UNA LOCATION D’ECCELLENZA PER IL PRIMO EVENTO TEDxRieti
La Cavalleria Rusticana Di Pietro Mascagni e il Faoust di Gounod ne inaugurano una stagione di cultura, musica, opera e balletto che arriva sino a nostri giorni: era il 20 settembre 1893 e il Teatro Flavio Vespasiano, probabilmente, destava agli occhi dei suoi ospiti lo stesso stupore che riflette nei nostri oggi, consci del fatto di essere così fortunati da poter portare sul palco di questo luogo magico il primo evento TEDxRieti.
.Annoverato tra i migliori d’Europa, un gioiello di fine 800 insignito nel 2002 del premio nazionale per l’acustica dal Maestro Uto Ughi, il teatro Flavio Vespasiano nasce su progetto di Achille Sfondrini, che aveva già realizzato il Teatro dell’Opera di Roma. Il suo nome deriva dall’imperatore Flavio Vespasiano, in onore del quale fu realizzata la splendida cupola dipinta da Giulio Rolland.
Ritrattista, paesaggista e decoratore, per molti la sua opera migliore rimane proprio la cupola del teatro Flavio Vespasiano, che rappresenta il Trionfo di Vespasiano e Tito dopo la presa di Gerusalemme.
Dall’arco di Tito si muove un corteo trionfale, un percorso lungo il quale riconoscere molte architetture dell’antica Roma, insieme ad alberi e paesaggi che riempiono gli spazi, e uomini e donne festanti. La quadriga del trionfatore, con i suoi cavalli bianchi con briglie e finimenti in oro, annuncia l’immagine dell’imperatore Vespasiano con lo scettro, la corona d’alloro e un manto rosso. Vicino a lui il figlio Tito. Una scena che prende vita sotto lo sguardo attento di Giuseppe Flavio che, prigioniero e schiavo, era grato a Vespasiano per averlo reso libero una volta finita la guerra.
Sotto la cupola, lo stile dell’edificio ricalca la struttura del teatro classico all’italiana: una platea divisa in due settori con circa 230 posti; tre ordini di palchi, 22 per piano, e un loggione che prevedeva più di cento posti. Sotto i balconi dei palchetti sono raffigurati con raffinati stucchi, i più insigni musicisti europei. Nell’atrio è possibile osservare opere di Antonino Calcagnadoro, cinque figure rappresentanti i generi teatrali, nel soffitto, invece, di Guglielmo Ballester che rappresenta l’allegoria della musica. Targhe e busti, a ricordo di grandi artisti, protagonisti della vita culturale di questo teatro, ne completano la decorazione.
E se nella sua storia grandi cantanti lirici ne hanno calcato le scene, dal baritono Mattia Battistini al tenore Josè Carreras, è per tutti noi un onore poter entrare nella scatola dei ricordi di questo gioiello cittadino.
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