“Respirare per riappropriarci delle nostre vite” Intervista a Andrea Colangeli
Reatino, classe 1989, diplomato in pianoforte, ingegnere nucleare e dottore di ricerca in “Energia e Ambiente”, è ricercatore presso il centro ricerche ENEA di Frascati dove si occupa di fusione nucleare: oggi conosciamo meglio il nostro secondo speaker, Andrea Colangeli.
Pronto a salire sul palco?
Sono super emozionato. Sono abbastanza abituato a stare sul palco perché mi sono esibito al pianoforte in tanti concerti, anche di fronte ad un pubblico di 400/500 persone. Non è tanto il palcoscenico che mi spaventa, ma il fatto di avere la mia città davanti e di avere tra il pubblico persone che mi conoscono. Spesso c’è un deficit di comunicazione da parte di chi fa ricerca che porta a creare un muro tra lo scienziato e chi lo ascolta. E questa è una grossa pecca del mondo scientifico. Eventi come il TEDx aiutano invece a stabilire un ponte anche con chi non conosce il tuo lavoro. Io non sono un divulgatore, sono un ricercatore, però credo che se noi scienziati mettessimo un po’ più di impegno nel comunicare con le persone quello che facciamo all’interno dei centri di ricerca, la gente potrebbe avvicinarsi al nostro mondo. Vorrei che trasparisse che in Italia si fa ricerca e se ne fa anche di qualità.
Conoscevi già gli eventi TEDx prima di diventare uno speaker?
Si assolutamente. Ho visto tantissimi talk fatti da visionari, sia in tema tecnologico che sociale. Appena cerchi in rete un argomento, spesso tra i primi risultati esce un talk.
Ti fa strano pensare che un giorno qualcuno cercherà su internet il tuo argomento e magari troverà il tuo talk su Youtube?
Si, spero che il mio talk susciti curiosità tra i giovani. Ispirare qualcuno sarebbe la cosa più bella. Sarebbe davvero emozionante se un ragazzo, dopo aver visto il mio talk, fosse affascinato all’argomento, tanto da decidere di intraprendere gli studi di ingegneria nucleare.
“Respira.” è il tema del TEDxRieti. A cosa ti fa pensare rispetto al momento storico che stiamo vivendo?
Quando è iniziata la pandemia, mi sono ritrovato a lavorare più di prima, in maniera diversa e sicuramente più frenetica. Questa frenesia è durata tantissimo. Mi sembrava di essere sott’acqua, sommerso dal lavoro da fare, senza essere sicuro di farlo nel modo giusto. Andavo a letto pensando al lavoro e mi svegliavo con un peso sul petto. Una corsa contro il limite, al 110% delle tue possibilità, e ad un certo punto hai proprio il respiro che ti manca. Per me il tema Respira è legato a questo tipo di sensazioni. Dobbiamo riappropriarci della nostre vite. Abbiamo dimenticato come si lavorava prima, abbiamo dimenticato come si faceva socialità. È vero che d’altra parte abbiamo imparato cose nuove, abbiamo capito che si può essere connessi anche senza essere l’uno di
fronte all’altro. Però i vantaggi sono effimeri rispetto a tutto quello che abbiamo perso nell’ultimo anno e mezzo. Un evento dal vivo come il TEDxRieti sarà un momento per fermarsi e per ricominciare a respirare.
Da reatino, cosa pensi che porterà alla città questo evento?
Rieti non è abituata ad avere questo tipo di eventi, e quando vengono organizzati, sono spesso su invito. Inviti che poi vengono distribuiti solo ad una cerchia ristretta di personalità reatine, escludendo chi è veramente interessato. Il TEDxRieti invece sarà aperto a tutti, una piccola rivoluzione, uno di quei cambiamenti che serve poi per ampliare le vedute. Tanti speaker parleranno di argomenti diversi, portando sul palco la propria esperienza, il proprio bagaglio. E Rieti ne ha davvero bisogno. Da reatino, far parte di tutto questo, è elettrizzante. Siccome si dice che nessuno sia profeta in patria, sono un po’ terrorizzato. Intervengono fattori emozionali diversi, da quelli
che entrano in gioco solitamente quando mi ritrovo a parlare a delle conferenze. Spero che la partecipazione della città sia tanta, sia da parte dei giovani che dei meno giovani. Sono sicuro che Rieti risponderà alla grande!